Viaggio nel Black Metal, parte II

Le acque norvegesi cominciarono a smuoversi verso la metà degli anni ’80, inquietate da uno tsunami che all’inizio sembrava soltanto una piccola ed innocua onda, giunta nel freddo mare del nord dalla Danimarca, dalla Gran Bretagna, dalla Svezia, patrie dei primi gruppi black metal (di cui ho parlato settimana scorsa). Metà anni ’80: allora quelli che sarebbero diventati i black metallers per antonomasia erano soltanto dei ragazzi di 15/16 anni che cominciavano a suonare in piccole cover band. Mai nessuno, di certo, si sarebbe aspettato che quegli innocui ragazzini avrebbero scosso e scioccato il mondo intero, non solo quello del metal. Fra questi ragazzini militavano i futuri componenti di Mayhem, Immortal, Darkthrone, Emperor: tutti i gruppi più importanti della scena black norvegese. Tutti gruppi che, da lì a qualche anno, avrebbero avuto problemi con la legge. Tutti gruppi che appartenevano, totalmente o in parte, al famigerato Inner Circle, uno dei movimenti satanisti più fortemente radicati che si ricordi. Negli anni in cui il mondo vedeva la caduta del muro di Berlino e la guerra del Golfo, in Norvegia si bruciavano chiese, si compivano violenze e omicidi, tutti in nome dei principi ispiratori del movimento black.
Comincerò a raccontarvi di questa follia partendo dal suicidio di Dead, allora cantante dei Mayhem. Era un ragazzo strano, fortemente immerso nel black di quegli anni (aveva addirittura l’abitudine di respirare, prima dei concerti, da una busta contenente un corvo morto), descritto come particolarmente apatico nonchè molto interessato all’occultismo. Era inoltre l’autore di tutti i testi dell’album De Mysteriis Dom Sathanas, masterpiece dei Mayhem, pietra miliare e bibbia nera del black metal – proprio nella canzone Life Eternal lascia intendere i suoi propositi suicidi. Con i Mayhem registrò soltanto un album live (l’ormai leggendario, per i fan, Live in Liepzig), ma la sua presenza fu di capillare importanza per la creazione dell’impianto scenico delle esibizioni del gruppo, che rimase quasi completamente invariato negli anni futuri (le varie teste di porco impalate sul palco e poi buttate fra il pubblico, sfregi e ferite con vetri rotti, eccetera eccetera eccetera…). Aveva 22 anni nel 1991, anno in cui compì l’insano gesto. Si trovava a casa di Euronymous, chitarrista e leader dei Mayhem appunto: cominciò cercando di tagliarsi le vene senza successo, per poi spararsi con un fucile a canne mozze in testa. La sua ultima testimonianza fu una semplice frase scritta su un biglietto: Excuse all the blood (Scusate per tutto il sangue). Euronymous (all’epoca 25enne), tornato a casa, non chiamò immediatamente la polizia: prese una macchina fotografica e scattò varie foto al cadavere di Dead (foto che sarebbero poi finite sulla copertina del bootleg Dawn of the black hearts – potete vederla qui, anche se mi sento in dovere di avvisarvi della crudezza dell’immagine e di sconsigliarne la visione alle persone particolarmente sensibili). Inoltre, una serie di leggende vogliono che, dopo le suddette fotografie, prima di parlare con la polizia, Euronymous avrebbe mangiato una parte del cervello di Dead e avrebbe usato dei frammenti del teschio per forgiare un amuleto (Hellhammer, superbo batterista dei Mayhem, dirà poi che l’amuleto fu rubato durante un concerto, anche se componenti dei Marduk e degli Abruptum assicurano di averne dei pezzi). Intanto, i Mayhem acquisirono un nuovo bassista che si presentava col moniker di Count Grishnack, al secolo Varg Vikernes. Oltre ad essere impegnato con i Mayhem, Varg aveva un progetto personale, la one-man-band Burzum. E fu proprio lui a compiere l’omicidio simbolo della crudezza di quegli anni. Dopo aver ascoltato delle conversazioni telefoniche (per mezzo di Blackthorn, seconda chitarra dei Mayhem al tempo di De Mysteriis Dom Sathanas) in cui comprese la volontà di Euronymous di ucciderlo (precisamente, di tramortirlo, portarlo fuori città, legarlo a un albero e torturarlo a morte, filmando il tutto) si recò ad Oslo ed uccise Euronymous accoltellandolo al cranio dopo una confusionaria serie di colluttazioni (potete trovarne qui i particolari, descritti da Varg stesso). Imprigionato, sta ancora scontando 21 anni, il massimo della pena per omicidio volontario in Norvegia.
Altro fatto eclatante fu l’omicidio di un omosessuale da parte di Faust, batterista degli Emperor, in un parco pubblico durante l’inaugurazione dei Giochi Olimpici invernali del 1992.
Insomma, ecco cos’era la black metal mafia. Intanto, però, fra un’azione insana e l’altra, si trovava anche il tempo di pubblicare dischi, quasi tutti caratterizzati da una pessima produzione e da uno scream che rende impercettibili le parole che compongono i testi delle canzoni. Anche stavolta ve ne posto le copertine, che si mostrano certamente più intrise di misticismo e di atmosfera rispetto a quelle della prima ondata.

a-blaze-in-the-northern-sky.jpg

 

diabolical_fullmoon_mysticism.jpg

 

 

mayhem-de-mysteriis-dom-sathanas.jpg

 

 

in-the-nightside-eclipse.jpg

Lunedì prossimo vi parlerò del resto della corrente black europea degli anni ’90, della sua evoluzione e degli ammiccamenti al mainstream. Se avete dato un ascolto anche minimale a una canzone dei Mayhem (se volete anche farvi un’idea di quello che sono dal vivo date un’occhiata a questo video, registrato al Wacken di tre anni fa) capirete perché i Cradle of Filth vengono bollati dai true blacksters come boyband del black metal. Ma di questo parleremo Lunedì prossimo…

Alla prossima…

Charlie Brown 666

~ di Charlie Brown 666 su aprile 30, 2007.

9 Risposte to “Viaggio nel Black Metal, parte II”

  1. Ti Amo Varg! \m/

  2. .-.

  3. Davvero!!!

  4. Ci tenevo solamente ad aggungere un paio di chicche: 1) a quanto pare il fucile con cui Dead si sparò era il regalo di compleanno per Euronymous da parte di Varg Vikernes 2) un altro che andò in galera per omicidio (mi pare sempre di un gay) fu Jon Nodvedt, cantante/chitarrista e mastermind dei compianti Dissection, il quale uscì di galera pochi anni fa, riformò i Dissection, ma si uccise non molti mesi fa alla fine, a quanto sembra, di un rito satanico.
    Bell’ambientino.

  5. ai dissection sarei arrivato alla terza o alla quarta parte… jon nodveldt s’è suicidato perchè aveva raggiunto il massimo livello di nichilismo e perchè credeva che la negazione più totale della vita fosse proprio il suicidio. i compagni di gruppo hanno commentato dicendo che “s’è ucciso da buon satanista”. contenti loro… mica come il cantante dei deicide che prima diceva di volersi ammazzare a 33 anni per fare il contrario di gesùcristo e poi ha cambiato idea! 😛

  6. parlai pure con sethlans (ex chitarrista di aborym e poi nei dissection) un paio di settimane dopo.
    è gente strana 😀
    vabbè poi parlo io ahahahahaha

  7. 😀

  8. Gente strana?Perchè?è gente ke non si fa’imbambolare dall’influenza della societa’,e cmq l’istinto omicida o suicida nell’uomo c’è sempre stato,solo ke qui’fa strano perkè l’europa e USA sono paesi”civilizzati”,ma in Africa ci son paesi dove si ammazzano per strada a macetate…

  9. […] ad esempio). Il tema è molto vasto: quindi, come feci l’anno scorso parlando di black metal (#1, #2, #3), mi prendo la licenza di concluderlo in più puntate. Parlerò di etichette discografiche, […]

Lascia un commento